Strategia Farm To Fork punisce le vittime del cambiamento climatico come agricoltori e pescatori

Ben 46 violente grandinate si sono abbattute sull’Italia dall’inizio di giugno.

Si tratta di un fenomeno non nuovo, ma in deciso aumento rispetto al passato. I danni provocati al settore agricolo sono enormi, come denunciano le nostre imprese, dal Veneto al Friuli, passando per l’Emilia-Romagna: raccolti compromessi, serre sventrate, campi allagati e frane e smottamenti con milioni di euro di danni nelle campagne. È chiaro che dietro tutto ciò ci sia il cambiamento climatico, nessuno lo mette in discussione. Il problema è che in Europa sta prendendo piede una falsa retorica che punta il dito sugli agricoltori come causa dell’inquinamento. La stessa falsa retorica che da diversi anni a questa parte ha colpito i nostri pescatori.

La realtà è esattamente opposta: gli agricoltori e i pescatori sono le prime vittime di un clima sempre più imprevedibile ed estremo. La strategia della Commissione Ue ‘Farm to Fork’ ha purtroppo il gravissimo limite di dimenticare questo aspetto, prevedendo invece una serie di obiettivi green a carico degli agricoltori e dei pescatori che non tengono minimamente conto degli effetti su produttività e competitività delle nostre aziende. Ma non solo: ci saranno più impegni e spese da affrontare, mentre i fondi messi a disposizione verranno ridotti significativamente. Il tutto con un peso burocratico maggiorato. Noi della Lega ci stiamo opponendo a tutto questo, da Roma a Bruxelles. Perché il made in Italy agroalimentare può e deve essere una delle chiavi di volta del rilancio del nostro Paese.

Non possiamo più permetterci sbagli, men che meno nei confronti di pescatori, acquacoltori e agricoltori che garantiscono che arrivi sulle nostre tavole cibo di qualità, che rispetta alti standard sociali, di igiene, di trasparenza e di sicurezza alimentare e dei processi produttivi.