Riso, l’UE ammette i suoi errori

La Lega lo denuncia da tempo: la clausola di salvaguardia Ue sul riso è stata applicata solo alla varietà indica. Ma questo non ha impedito alla varietà Japonica dal Myanmar di invadere il mercato comunitario facendo concorrenza sleale soprattutto ai nostri produttori. Già oggi si registrano 66.500 tonnellate arrivate sul mercato europeo, con un aumento di ben 48.500 tonnellate circa rispetto allo stesso periodo del 2019. Come evidenzia l’Ente Risi, di questo passo nel 2020 avremo un aumento del 53% dell’import di Japonica dal Myanmar rispetto ai livelli dell’anno scorso, che erano già un record.

Per questa ragione, ho presentato un’interrogazione alla Commissione europea, chiedendo di spiegare le ragioni per cui si ostina a chiudere gli occhi dinanzi a questa situazione. La risposta è stata una sorta di ammissione di colpa. “La Commissione – si legge – può valutare l’applicazione della clausola di salvaguardia prevista dall’articolo 22 del regolamento (UE) n. 978/2012  (“il regolamento SPG “) quando un’inchiesta abbia dimostrato che il prodotto originario di un paese beneficiario dell’SPG (ossia di tariffe agevolate, ndr) è stato importato in volumi e/o a prezzi tali da causare o rischiare di causare gravi difficoltà ai produttori dell’Unione di prodotti simili o direttamente concorrenti. L’inchiesta è aperta sulla base di una domanda debitamente documentata da parte dei produttori dell’Unione o di uno Stato membro”.

Ora, è chiaro che le condizioni che fanno scattare la clausola di salvaguardia ci sono tutte. I dati delle importazioni sono noti e l’Ue non può fare ancora finta di non vedere. E’ ora che il riso italiano venga tutelato in sede europea. Paesi come l’Olanda hanno interesse a importare riso dall’Asia a basso costo, visti i minori standard di sicurezza e di lavoro con cui viene prodotto, ma è inaccettabile che ciò avvenga a scapito dell’Italia, primo produttore in Europa, specialmente in questo periodo di fronte alla crisi del coronavirus.

Questa crisi può e deve essere l’occasione per ripensare le politiche agricole e commerciali dell’Ue. Nel febbraio scorso, il Parlamento europeo ha dato il via libera alla ratifica dell’accordo di libero scambio tra l’Ue e il Vietnam, che provocherà una nuova ondata di riso straniero a dazio zero. Più o meno in contemporanea, la Commissione Ue ha deciso di continuare a concedere le tariffe agevolate sul riso importato dalla Cambogia, nonostante sia stato accertato che il Paese viola i diritti umani.

Siamo dinanzi a un triplo schiaffo ai nostri agricoltori: no a clausole di salvaguardia per la varietà Japonica, frontiere aperte al Vietnam, trattamento di favore alla Cambogia. Trovo tutto cio’ una vergogna e uno schiaffo non solo al riso italiano, ma anche a quei valori sui cui l’Ue si basa. Noi della Lega non ci arrenderemo e faremo di tutto per cambiare questa Europa.