No alla carne agli ormoni dal Canada, l’Ue tuteli la salute degli italiani e le nostre imprese 

Un rapporto del team di esperti della Commissione ha accertato che la carne che dal Canada arriva nei Paesi Ue grazie al Ceta, l’accordo di libero scambio entrato in vigore nel 2017, potrebbe contenere ormoni, cosa vietata in Europa dal lontano 1988.
Il motivo? Secondo gli esperti della direzione generale Salute di Bruxelles, il sistema di tracciabilità del bestiame nel Paese nordamericano presenta diversi “difetti”. I database incompleti non tracciano efficacemente gli animali etichettati come “privi di ormoni”, e questo comporta il rischio che quelli potenziali destinati al mercato Ue vengano confusi con il bestiame allevato con gli ormoni. L’audit indica anche un “potenziale conflitto di interessi” tra i veterinari responsabili della valutazione del rispetto delle norme sanitarie: lavorando a titolo privato, sono “pagati dagli operatori che controllano”, fornendo loro , parallelamente, “assistenza zootecnica e sanitaria”.
Ricordo che nei primi 6 mesi dell’anno, l’import di carne dal Canada verso l’Italia è aumentato del 98% rispetto allo stesso periodo del 2019. Come può l’Unione europea non fare nulla dinanzi alle conclusioni così preoccupanti dei suoi stessi esperti? Occorre agire e subito, sia per tutelare la nostra salute, sia perché questa situazione rappresenta una chiara forma di concorrenza sleale nei confronti dei nostri allevatori.
Ecco perché ho inviato, insieme ad altri colleghi, una interrogazione urgente alla Commissione europea chiedendo che blocchi subito l’import di carne dal Canada finché non verranno colmate le lacune nei controlli veterinari.