Euro 7: bene voto del Parlamento europeo, salvaguardati lavoratori e consumatori
Ue, Conte (Lega): con norme su imballaggi gravi ripercussioni su imprese italiane, consumatori e sicurezza alimentare
“Le nuove norme europee sugli imballaggi avranno gravissime ripercussioni sulle imprese italiane, leader nel settore del packaging. Ma comporteranno anche più rischi da un punto di vista igienico-sanitario, più sprechi e anche costi maggiori per i consumatori. Noi della Lega lo denunciamo da tempo, e al Parlamento europeo ho presentato diversi emendamenti per migliorare la proposta iniziale. L’ho fatto insieme ai colleghi della Lega, lavorando a stretto contatto con l’industria e i produttori, per garantire gli interessi dell’Italia e degli italiani. Chiedevamo un testo più equo, che mettesse sullo stesso piano la sostenibilità ambientale e quella economica e sociale. Inoltre, è inaccettabile che l’Europa non tenga conto dei grandi passi avanti fatti dal nostro Paese in materia di riciclo. In Commissione Agricoltura, dove ho lavorato come relatrice per la Lega, eravamo riusciti a ristabilire il buon senso con proposte equilibrate. Ma in commissione Ambiente ha vinto ancora una volta la deriva ideologica di una sinistra sempre più imprigionata in un ecologismo senza se e senza ma, che non serve né ai cittadini né all’ambiente. Lo ripeto: questo regolamento spazza via anni e anni di investimenti nel settore del riciclo che hanno posto il nostro Paese all’avanguardia. Ci saranno più sprechi e più inquinamento. Noi faremo tutto il possibile per correggere il tiro quando il testo approderà alla plenaria del Parlamento europeo a novembre”. Lo dice l’eurodeputata della Lega, Rosanna Conte, commentando il regolamento Ue sugli imballaggi approvato oggi dalla commissione Ambiente del Parlamento europeo.
Da parlamento ue passo indietro su quote tonno rosso per piccola pesca
Lo status quo ha vinto ancora una volta: il nuovo regolamento Ue sulla gestione pluriennale del tonno rosso è un passo indietro per la nostra piccola pesca, e mantiene in vigore i diritti storici. Stando alla posizione espressa nel 2020 dal Parlamento europeo e all’accordo raggiunto all’epoca con Commissione e Stati membri, i Paesi Ue avrebbero dovuto destinare in via obbligatoria una percentuale di quote alla pesca artigianale, anche a chi non ne aveva mai beneficiato prima. Tali quote, infatti, sono da sempre appannaggio di un ristrettissimo numero di imprese, un oligopolio di fatto da cui i pescatori dell’Adriatico sono esclusi. Prima il Consiglio Ue, e oggi l’Eurocamera hanno bloccato questa apertura, togliendo l’obbligo, e lasciando carta bianca ai governi nazionali. È vero che il nuovo regolamento allarga le quote anche alla pesca artigianale, ma solo ai pescatori già autorizzati. Ecco perché noi della Lega ci siamo sempre opposti, unica forza politica italiana a farlo. Si tratta di un’altra occasione persa per un comparto, quello delle marinerie dell’Adriatico, che avrebbe potuto compensare i danni causati dall’invasione del granchio blu, solo per citare l’ultima delle criticità.
Adriatico ha bisogno di soluzioni, non mancette
L’invasione del granchio blu che ha colpito le regioni dell’Adriatico, in particolare Veneto, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia, devastando allevamenti di molluschi e danneggiando più di 4000 operatori ittici, va affrontata con soluzioni lungimiranti e politiche mirate, avvalendosi di supporto scientifico e di attrezzi e strumenti efficaci che ne consentano il contenimento. Inoltre, occorre promuovere uso e consumo sicuri. È quanto chiedo alla Commissione europea in un’interrogazione urgente che ho inviato oggi. Per far fronte ai danni economici provocati dal granchio blu, le mancette non bastano. Già nel 2021, sempre a seguito di una mia interrogazione, Bruxelles aveva individuato le risorse Ue che possono essere messe in campo a sostegno dei nostri pescatori: il Feampa, il programma per l’ambiente e l’azione per il clima, e i fondi della politica di coesione. Si è perso troppo tempo da allora: occorre subito mobilitare queste risorse per salvaguardare le produzioni, altrimenti i danni saranno incontenibili e si riverseranno anche su altri settori, a partire da quello turistico. Da capogruppo di Identità e democrazia in commissione Pesca, continuerò a tenere alta l’attenzione a Bruxelles sul granchio blu attraverso l’interlocuzione continua che ho avviato con la Commissione e le azioni in Parlamento. Siamo dinanzi a un’emergenza che è diventata anche ambientale, perché la grande biodiversità del nostro Adriatico è messa a repentaglio. Per questo l’ambientalista Commissione europea dovrebbe avere tutto l’interesse ad affrontare il problema e supportare la nostra pesca.
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La UE vuole cancellare la pesca a strascico e lo impediremo
Da Bruxelles a Roma, la Lega è unita nel difendere la pesca italiana contro il disastroso Piano d’azione dell’Ue che vuole cancellare la pesca a strascico e ridurre di un terzo le aree marine per le attività del settore. Dopo le barricate che abbiamo alzato al Parlamento europeo, oggi alla Camera dei deputati, grazie alla Lega, la Commissione Agricoltura ha bocciato il Piano Ue. Si tratta di un segnale forte in vista della protesta del 23 giugno delle marinerie italiane e del prossimo Consiglio Ue sulla pesca. Questo Piano d’azione è un boomerang: in nome di un ambientalismo ideologico, si vuole vietare la pesca a strascico praticata da ben 2088 imbarcazioni italiane. Noi non lo accetteremo: non possiamo rinunciare al 20% della flotta italiana e a intere filiere ittiche per far spazio al pesce importato da Paesi terzi che nemmeno rispettano le nostre stesse regole e standard, o peggio per rifilarci il pesce prodotto in laboratorio. Ne va del futuro lavorativo di migliaia di pescatori e delle loro famiglie, della sopravvivenza delle nostre comunità costiere, ma anche del futuro della nostra sovranità alimentare e della nostra salute.
PARLAMENTO DICE STOP AL PROSEK, DIFESE ECCELLENZE DOP E IGP DEL MADE IN ITALY
Con la riforma del regolamento sulle Indicazioni geografiche per vino e prodotti agricoli che abbiamo approvato oggi al Parlamento europeo, si compie un giusto passo nella valorizzazione di un settore di eccellenza che rappresenta ogni anno un valore di quasi 75 miliardi di euro. Bene l’approvazione di un concetto più stringente della ‘evocazione’ che possa limitare i fenomeni di concorrenza sleale sul mercato, bene la chiarezza sulla non sovrapposizione tra diversi livelli di indicazione geografica. Si tratta di misure che mirano a tutelare le eccellenze del made in Italy dalle imitazioni, dentro e fuori il mercato Ue. In particolare, la chiarezza sulla ‘non sovrapposizione’ vuole dire che menzioni tradizionali come il Prosek non possono essere registrate, in quanto identiche o evocativhe di nomi di Dop o Igp già tutelati da tempo. Speriamo che questa chiarificazione delle norme serva ad aprire gli occhi alla Commissione europea e a bocciare la richiesta croata. Il Prosecco, ribadisco ancora una volta, non si tocca. Altre novità importanti riguardano l’ufficio europeo dei brevetti, tra cui l’emendamento, presentato dalla Lega, che prevede la possibilità di supporto tecnico a tale ufficio a beneficio dei produttori in occasione degli accordi di libero scambio con i Paesi terzi. Adesso, si parte con i negoziati con i governi nazionali. Mi auguro che la posizione del Parlamento venga difesa e confermata, aumentando così la protezione per il made in Italy agroalimentare