Acquacoltura: riconosciuto il buonsenso delle proposte della Lega
Undici emendamenti della Lega a tutela del settore approvati oggi in commissione Pesca, nella votazione dei provvedimenti sull’acquacoltura. Grazie alle nostre proposte, abbiamo ottenuto diversi risultati, tra cui la valorizzazione dell’acquacoltura nelle regioni umide oltre che costiere; politiche per consentire l’emergere di piccole e medie imprese; incentivi per la coltura acquaponica; misure per evitare il sovraffollamento di pesci nelle vasche, per un’acquacoltura di qualità; eliminazione di oneri, costi e obblighi aggiuntivi per la categoria conseguenti alle politiche green dell’Ue, che avrebbero fortemente penalizzato gli operatori. Esprimiamo grande soddisfazione: i gruppi di maggioranza riconoscono il buonsenso delle proposte della Lega e le condividono. Più forti dei cordoni senza senso e delle contrapposizioni solo per ideologia, sempre a difesa degli interessi degli italiani.
Respinto nuovo attacco ai nostri allevatori
Pesca: serve un piano di aiuti contro il caro-gasolio
Il piano di aiuti Ue contro il caro-gasolio va approvato il primo possibile. Rischiare di andare a settembre, lasciando i nostri pescatori in balìa della pausa estiva mentre i prezzi continuano a salire, sarebbe davvero deplorevole. È quanto ho detto in commissione Pesca al Parlamento europeo, dove ho puntato il dito contro alcuni aspetti della proposta della Commissione europea che reputo rischiosi per l’Italia e per i pescatori in generale. Innanzitutto, occorre ripartite le risorse rimaste del Feamp in modo equo. Altro punto che ho contestato è il supporto all’arresto temporaneo dedicato solo ai pescherecci degli Stati limitrofi al conflitto. Stiamo vedendo molto chiaramente che gli effetti di questa guerra non hanno confini: anche i pescatori italiani sono stati colpiti dai dannosi effetti causati della guerra. Tutti si sono dovuti fermare. Tutti stanno registrando perdite economiche ingenti e costi folli per l’aumento spropositato del carburante. L’arresto temporaneo deve poter essere garantito a tutti e al 100%, non solo al 75%. Infine, i sostegni devono riguardare tutti i pescatori, sia chi si è fermato sia chi è ripartito, perché sempre di mancata redditività si tratta.
Venezia: l’UE apre ad indennizzi sulle grandi navi
La misura che prevede gli indennizzi per le compagnie di navigazione e gli operatori dei terminal a seguito del divieto di transito delle grandi navi nella laguna di Venezia del 20 luglio 2021 “non comporterebbe un aiuto di Stato a causa dell’assenza di un vantaggio indebito per i beneficiari”, secondo le autorità italiane. Lo scrive la vicepresidente della Commissione europea responsabile per la Concorrenza, Margrethe Vestager, rispondendo a una lettera inviata dall’eurodeputata della Lega, Rosanna Conte.
Secondo quanto scrive Vestager, a seguito di scambi tra le autorità italiane e i servizi della Commissione, la compensazione sarebbe “in linea con la giurisprudenza Asteris, secondo la quale l’esistenza di un vantaggio è esclusa se esiste un obbligo per le autorità nazionali di risarcire i danni che hanno causato a determinate imprese”.
Per Conte, “si tratta di un’ottima notizia, che premia il lavoro di squadra che abbiamo portato avanti a Bruxelles con il vicesindaco Andrea Tomaello. La Commissione e il governo sembrano avere trovato la quadra per sbloccare finalmente i ristori. Parliamo di un sostegno essenziale sia per le compagnie di navigazione e gli operatori dei terminal, sia per le ricadute sui lavoratori e le altre imprese dell’indotto, attualmente condizionate da un alto grado di incertezza e dalla necessità di prospettive sicure per pianificare la propria stagione commerciale”.
Per Tomaello ora è importante “vigilare affinché i ristori siano erogati al più presto. Si tratta di aiuti essenziali, in quanto lo stop alle grandi navi sta causando tutt’ora ricadute in questa stagione estiva
Il grido d’allarme dei pescatori trovi risposte immediate
Vaiolo delle scimmie: subito piani per far fronte a nuova minaccia
Sul vaiolo delle scimmie bisogna evitare la stessa disordinata e poco efficace risposta iniziale data alla prima ondata della pandemia di Covid-19. L’Ue non commetta gli stessi errori, e, di concerto con gli Stati membri, predisponga subito piani di intervento, contenimento e approvvigionamento delle terapie per far fronte a questa nuova minaccia. Come confermato anche dall’Ecdc, il centro europeo per la prevenzione delle malattie, i casi accertati dimostrano che vi è una trasmissione, inedita per questo virus, tra gli uomini, e che tale trasmissione pare avvenga tramite gocce respiratorie oppure, nella maggior parte dei casi riscontrati, attraverso i rapporti sessuali. Ci auguriamo tutti che l’allarme rientri presto, ma i cittadini hanno bisogno di risposte. L’Europa non si faccia trovare impreparata, un’altra volta.
Peste suina: servono interventi immediati per allevatori colpiti
La Commissione europea attui subito misure straordinarie per sostenere le aziende italiane colpite dalla peste suina. L’aggravarsi dell’epidemia di peste suina africana sta mettendo in ginocchio l’economia di interi territori a causa del blocco delle importazioni da parte di alcuni Stati per i prodotti provenienti dall’Italia. Oltre all’export extra Ue, già oggi ridotto di circa 20 milioni di euro al mese, anche l’export verso l’Ue sta risentendo della situazione. Centinaia di aziende del comparto suinicolo, che nel nostro Paese dà lavoro a circa 50mila dipendenti, rischiano di chiudere, mettendo a rischio migliaia di famiglie. A rischio ci sono anche ben 21 Dop, tra le produzioni più emblematiche e simboliche della salumeria made in Italy. Se il comparto dovesse crollare servirebbero oltre 11 miliardi di euro tra valore della produzione agricola e fatturato industriale, senza contare la perdita di quasi 2,5 miliardi di euro legati alla produzione di mangimi destinati al comparto. Per tutte queste ragioni, la Commissione europea dia una risposta immediata.
Agricoltura e pesca: bene aiuti, ora rivedere pac per potenziare sovranità alimentare
Oggi la Commissione europea ha approvato il regime quadro italiano da 1,2 miliardi di euro a sostegno dei settori dell’agricoltura, della silvicoltura, della pesca e dell’acquacoltura colpiti dall’aumento dei costi dei fattori di produzione causato dalla guerra in Ucraina e dalle relative sanzioni. Si tratta di una buona notizia che premia il lavoro fatto dalla Lega a Roma e a Bruxelles, e che servirà a sostenere non solo i lavoratori e le imprese dei settori interessati, ma più in generale la sicurezza dell’approvvigionamento alimentare del nostro Paese. A tal fine, come ho già sostenuto in una interrogazione inviata alla Commissione europea, occorre che l’Ue si impegni da subito per ridurre la dipendenza dall’estero potenziando la sovranità alimentare a livello nazionale, anche diversificando le fonti di approvvigionamento, e togliendo i vincoli alle colture per colmare le insufficienze strutturali. La Pac va rivista perché le condizioni sono cambiate rispetto a quando la riforma è stata varata. Continuerò a fare pressioni sulla Commissione Ue in tal senso.
Apertura alla pesca del granchio blu nell’Adriatico
Su mia sollecitazione, il commissario Ue alla Pesca Sinkevicius ha comunicato che la questione del granchio blu presente nell’Adriatico è attualmente all’esame di Bruxelles. Da quanto ho appreso, è già in corso una pre-valutazione che potrebbe portare all’inserimento di questa specie tra quelle autorizzate dall’Ue al commercio. Il processo non sarà rapido, ma si tratta di un passo avanti importante per le nostre marinerie, e di una conferma che la battaglia che sto portando avanti da tempo al Parlamento europeo sta dando i suoi frutti. I granchi blu sono una specie aliena invasiva che ormai è diffusa nell’Adriatico, causando problemi sia alla biodiversità, in quanto predatori di moeche, sia alle attività dei pescatori, dato che tagliano le reti. Purtroppo, non è ancora riconosciuta come specie esotica invasiva dall’Ue, e proprio da questo riconoscimento dipende la sua autorizzazione al commercio. Con il commissario ho affrontato anche la questione della meduse e dell’acqua viva, in particolare per quel che riguarda aree come il Golfo di Trieste, Chioggia e Venezia. A questo proposito, ho invitato Sinkevicius a visitare queste zone, magari in occasione dei prossimi Stati generali della pesca. È necessario che di fronte a questi fenomeni, l’Ue cominci ad adottare un approccio più ampio che non veda sempre e solo la pesca come unica responsabile.