Vaiolo delle scimmie: subito piani per far fronte a nuova minaccia
Sul vaiolo delle scimmie bisogna evitare la stessa disordinata e poco efficace risposta iniziale data alla prima ondata della pandemia di Covid-19. L’Ue non commetta gli stessi errori, e, di concerto con gli Stati membri, predisponga subito piani di intervento, contenimento e approvvigionamento delle terapie per far fronte a questa nuova minaccia. Come confermato anche dall’Ecdc, il centro europeo per la prevenzione delle malattie, i casi accertati dimostrano che vi è una trasmissione, inedita per questo virus, tra gli uomini, e che tale trasmissione pare avvenga tramite gocce respiratorie oppure, nella maggior parte dei casi riscontrati, attraverso i rapporti sessuali. Ci auguriamo tutti che l’allarme rientri presto, ma i cittadini hanno bisogno di risposte. L’Europa non si faccia trovare impreparata, un’altra volta.
Peste suina: servono interventi immediati per allevatori colpiti
La Commissione europea attui subito misure straordinarie per sostenere le aziende italiane colpite dalla peste suina. L’aggravarsi dell’epidemia di peste suina africana sta mettendo in ginocchio l’economia di interi territori a causa del blocco delle importazioni da parte di alcuni Stati per i prodotti provenienti dall’Italia. Oltre all’export extra Ue, già oggi ridotto di circa 20 milioni di euro al mese, anche l’export verso l’Ue sta risentendo della situazione. Centinaia di aziende del comparto suinicolo, che nel nostro Paese dà lavoro a circa 50mila dipendenti, rischiano di chiudere, mettendo a rischio migliaia di famiglie. A rischio ci sono anche ben 21 Dop, tra le produzioni più emblematiche e simboliche della salumeria made in Italy. Se il comparto dovesse crollare servirebbero oltre 11 miliardi di euro tra valore della produzione agricola e fatturato industriale, senza contare la perdita di quasi 2,5 miliardi di euro legati alla produzione di mangimi destinati al comparto. Per tutte queste ragioni, la Commissione europea dia una risposta immediata.
Agricoltura e pesca: bene aiuti, ora rivedere pac per potenziare sovranità alimentare
Oggi la Commissione europea ha approvato il regime quadro italiano da 1,2 miliardi di euro a sostegno dei settori dell’agricoltura, della silvicoltura, della pesca e dell’acquacoltura colpiti dall’aumento dei costi dei fattori di produzione causato dalla guerra in Ucraina e dalle relative sanzioni. Si tratta di una buona notizia che premia il lavoro fatto dalla Lega a Roma e a Bruxelles, e che servirà a sostenere non solo i lavoratori e le imprese dei settori interessati, ma più in generale la sicurezza dell’approvvigionamento alimentare del nostro Paese. A tal fine, come ho già sostenuto in una interrogazione inviata alla Commissione europea, occorre che l’Ue si impegni da subito per ridurre la dipendenza dall’estero potenziando la sovranità alimentare a livello nazionale, anche diversificando le fonti di approvvigionamento, e togliendo i vincoli alle colture per colmare le insufficienze strutturali. La Pac va rivista perché le condizioni sono cambiate rispetto a quando la riforma è stata varata. Continuerò a fare pressioni sulla Commissione Ue in tal senso.
Apertura alla pesca del granchio blu nell’Adriatico
Su mia sollecitazione, il commissario Ue alla Pesca Sinkevicius ha comunicato che la questione del granchio blu presente nell’Adriatico è attualmente all’esame di Bruxelles. Da quanto ho appreso, è già in corso una pre-valutazione che potrebbe portare all’inserimento di questa specie tra quelle autorizzate dall’Ue al commercio. Il processo non sarà rapido, ma si tratta di un passo avanti importante per le nostre marinerie, e di una conferma che la battaglia che sto portando avanti da tempo al Parlamento europeo sta dando i suoi frutti. I granchi blu sono una specie aliena invasiva che ormai è diffusa nell’Adriatico, causando problemi sia alla biodiversità, in quanto predatori di moeche, sia alle attività dei pescatori, dato che tagliano le reti. Purtroppo, non è ancora riconosciuta come specie esotica invasiva dall’Ue, e proprio da questo riconoscimento dipende la sua autorizzazione al commercio. Con il commissario ho affrontato anche la questione della meduse e dell’acqua viva, in particolare per quel che riguarda aree come il Golfo di Trieste, Chioggia e Venezia. A questo proposito, ho invitato Sinkevicius a visitare queste zone, magari in occasione dei prossimi Stati generali della pesca. È necessario che di fronte a questi fenomeni, l’Ue cominci ad adottare un approccio più ampio che non veda sempre e solo la pesca come unica responsabile.
Agricoltura: da commissione UE appoggio a nostre richieste per potenziare la sovranità alimentare
Riso, passo avanti per produttori italiani
Il riso viene incluso tra i prodotti che nel mercato Ue godranno di una salvaguardia automatica dalla concorrenza sleale di Paesi terzi. Dal Parlamento Europeo arriva un passo avanti importante per i nostri risicoltori, che rappresentano circa il 50% della produzione europea, e che in questi anni hanno subìto pesanti contraccolpi per via dei dazi agevolati concessi da Bruxelles alle importazioni asiatiche, dalla Cambogia al Myanmar. Noi della Lega abbiamo dato battaglia contro questa forma palese di concorrenza sleale, così come abbiamo sollevato da tempo i rischi dell’accordo commerciale con il Vietnam. Bene dunque la revisione del regolamento sul sistema di preferenze generalizzate (SPG), che consentirà di far attivare in modo automatico la reintroduzione dei normali dazi tariffari in caso di gravi difficoltà del mercato. Questo diminuirà la burocrazia e i relativi costi per i nostri produttori. Il riso è un’eccellenza del made in Italy che va tutelata, anche per il bene della sovranità alimentare europea. Continueremo a batterci perché i nostri produttori continuino a ricevere il giusto supporto, anche per quanto riguarda i pagamenti diretti della Pac.
Pesca: grande notizia il fondo di crisi
La Commissione europea ha deciso di attivare il meccanismo di crisi previsto dal Feampa, il Fondo europeo per gli affari marittimi, che consente agli Stati membri di concedere una compensazione finanziaria agli operatori per il mancato guadagno dovuto a perturbazioni del mercato, come quella che stiamo vivendo, nonché aiuti allo stoccaggio alle organizzazioni di produttori. Si tratta di una misura che avevo richiesto con una interrogazione alla Commissione, e dunque non posso che esprimere soddisfazione. La crisi energetica, aggravata dal conflitto in corso in Ucraina, sta avendo conseguenze pesantissime per un settore già indebolito da scelte sbagliate fatte a Bruxelles. I pescatori meritano delle risposte adeguate e immediate. L’attivazione del fondo di crisi è una di queste, ma non può restare l’unica. In Europa occorre cambiare paradigma, perché qui è in gioco un pezzo importante della vita economica e sociale delle nostre comunità costiere, oltre che del nostro approvvigionamento e della nostra sovranità alimentare
PESCA: SERVONO MISURE URGENTI E STRAORDINARIE CONTRO CARO CARBURANTE
“Il grido di allarme giunto dalle marinerie di tutta Europa, non solo italiane, è inequivocabile. L’aumento dei prezzi dell’energia sta mettendo in ginocchio il settore della pesca e dell’acquacoltura, esacerbando una crisi che si trascina da tempo e che è stata acuita ancora di più dalla pandemia. L’Europa non può voltarsi dall’altra parte, ma deve agire immediatamente con misure urgenti e straordinarie. È quanto ho chiesto con una interrogazione prioritaria inviata alla Commissione Ue: occorre ricompensare i costi aggiuntivi causati dall’aumento del prezzo dell’energia e del carburante, e proteggere il settore dall’instabilità dei mercati. L’attuale situazione è emergenziale, e come tale va affrontata, prevedendo l’apposito uso del Feampa e l’adattamento degli orientamenti sugli aiuti di Stato per fornire ulteriore sostegno agli operatori ittici, così com’era stato fatto in occasione del COVID e della Brexit. Le conseguenze del conflitto in corso in Ucraina aggraveranno ancora la crisi. E i nostri pescatori hanno già affrontato sacrifici enormi, spesso dovuti a scelte sbagliate fatte in Europa. Qui è in gioco un pezzo importante della vita economica e sociale delle nostre comunità costiere, oltre che del nostro approvvigionamento e sovranità alimentare. I pescatori meritano delle risposte adeguate e immediate. Insieme ai colleghi eurodeputati della Lega in Commissione Pesca, abbiamo presentato parallelamente una seconda interrogazione sul tema, per aumentare la pressione su Bruxelles. Non ci sono più scuse, l’Ue e gli Stati Membri devono agire per tutelare pesca e acquacoltura in questo momento difficile”. Lo dice l’eurodeputata della Lega e capogruppo di Identità e Democrazia in Commissione Pesca al Parlamento europeo, Rosanna Conte. Da parte sua l’Assessore Regionale con delega alla pesca Cristiano Corazzari, nel condividere l’intervento dell’Onorevole Conte ed esprimendo solidarietà alle marinerie che si trovano ad affrontare questo “nuovo flagello” dovuto ai rincari, afferma che “il il caro gasolio che sta coinvolgendo anche il gasolio agevolato usato dai motopescherecci, sta influendo pesantemente sulle attività già duramente colpite dalla riduzione delle giornate di pesca e dalla crisi economica causata dal Covid, considerando che le spese per il carburante incidono fino a oltre 50 per cento sui costi che le aziende ittiche devono sostenere e spesso le imprese non riescono a coprire le voci di spesa con i ricavi. La situazione è davvero difficile ed è più che urgente scongiurare uno scenario drammatico.”
Bisogna rivedere PAC per promuovere la sovranità alimentare
La guerra in Ucraina sta generando un effetto domino globale, con effetti fortemente negativi sul comparto agroalimentare, ancora frenato dalla pandemia e già gravato dai vincoli del Green Deal, e con rincari dei prezzi già preoccupanti per imprese e famiglie. A tutto ciò, si aggiunge la crisi concomitante dell’autotrasporto, che può provocare danni incalcolabili per Paesi come l’Italia, dove l’85% delle merci viaggia su strada. Ecco perché l’Ue deve agire immediatamente. In una interrogazione che ho presentato alla Commissione europea, ho chiesto di ridurre la dipendenza dall’estero potenziando la sovranità alimentare a livello nazionale, anche diversificando le fonti di approvvigionamento, e togliendo i vincoli alle colture per colmare le insufficienze strutturali nel sistema di approvvigionamenti dell’Ue. La Pac va rivista in tal senso perché le condizioni in cui ci troviamo lo richiedono. Inoltre, bisogna incoraggiare a investire sui contratti di filiera di lungo periodo tra agricoltori e industrie. Infine, è fondamentale garantire la consegna dei prodotti alimentari per assicurare le forniture alla popolazione e soprattutto evitare speculazioni sui prezzi di prodotti come grano, riso, mais, soia, cereali e dei fertilizzanti.