Mese: Gennaio 2023

L’UE risarcisca i nostri produttori

La decisione dell’Irlanda, avvallata dalla Commissione europea, di introdurre nel suo territorio un’etichetta allarmistica sulle bottiglie di vino, sul modello di quanto avviene per le sigarette, è un pericoloso precedente. Al Parlamento eravamo riusciti a bloccare una proposta del genere, avanzata dallo stesso esecutivo Ue. Ma il caso irlandese potrebbe rilanciare questa ennesima eurofollia. Per questo, ho presentato un’interrogazione alla Commissione affinché chiarisca le ragioni per cui non ha tenuto conto della posizione del Parlamento. E ho chiesto anche di compensare le perdite economiche e di immagine che colpiranno un settore strategico italiano ed europeo come quello del vino. La salute va tutelata, ma non distinguere tra consumo moderato ed eccessivo non aiuta nessuno.

La commissione non distrugga i passi avanti

Al Parlamento europeo abbiamo fatto la nostra parte: la risoluzione sulla piccola pesca costiera votata a Strasburgo riconosce il valore e il ruolo strategico di questo comparto, e contiene importanti proposte che, se adottate, potranno contribuire al suo rilancio. La Commissione tenga adesso conto di questa posizione, in particolare per quanto riguarda il Regolamento Controlli e la revisione della Politica comune della pesca. Bruxelles non distrugga la pesca artigianale, che è il cuore della pesca europea e ne incarna i valori e le tradizioni più profonde. La pesca europea vuole vivere e per farlo occorrono investimenti e ricambio generazionale. Per questo, nella risoluzione, abbiamo chiesto e ottenuto di valorizzare giovani e donne; di favorire la vendita diretta per aumentare la redditività dei pescatori e promuovere i prodotti locali; e di destinare i fondi Feampa per ammodernare le imbarcazioni e garantire più sicurezza e agibilità a bordo. Inoltre, come già fatto in passato in occasione di un report di cui sono stata relatrice, nel testo abbiamo ribadito che l’Ue deve considerare tutti i fattori che impattano sui mari, e non solo la pesca. Tanto più quando parliamo della piccola pesca artigianale, che è sostenibile, selettiva e ha un minore impatto rispetto altre attività marittime.

Il radicchio è a rischio, servono misure di sostegno

Misure concrete per salvaguardare il settore del radicchio di Treviso Igp e incentivare pratiche agronomiche alternative ai metodi tradizionali, come l’utilizzo di semi autoresistenti, per aiutare i coltivatori a contenere i danni causati dal meteo anomalo. A causa delle alte temperature e delle piogge fuori stagione registrate finora, il settore del radicchio di Treviso è in forte crisi La frequente ricorrenza di stagioni invernali sempre più miti sta rendendo il territorio tipico del radicchio poco adatto alla coltivazione, con il rischio concreto di una perdita media del 20-30% della produzione di radicchio di Treviso Igp. Ciò potrebbe obbligare molti agricoltori della zona a abbandonarne la produzione locale, alla ricerca di terreni con un clima più freddo che possano garantire la continuità di una delle eccellenze del made in Italy. I coltivatori stanno valutando di utilizzare semi autoresistenti con piante che si possano adattare nel tempo al nuovo clima e autodifendersi senza l’utilizzo di sostanze chimiche, andando a ridurre così anche l’utilizzo di prodotti fitosanitari. Serve un chiaro intervento da parte dell’Europa. Il radicchio non è solo un simbolo del made in Italy, ma è un’eccellenza europea che non possiamo perdere. Occorrono misure concrete di sostegno al settore e investimenti per l’innovazione. I nostri agricoltori non possono essere lasciati soli dinanzi a una sfida epocale.

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